9 gare nelle finali scudetto di Serie A, 5 finali di Coppa Italia di Serie A, 18 stagioni a livello nazionale e 10 a livello internazionale non sono numeri sufficienti a descrivere la grandezza del nostro Angelo Galante, responsabile CAN 5 Élite e fresco di nomina ad osservatore UEFA.
Quando era Presidente di Sezione, un giorno si trovava ad arbitrare nei palazzetti dei grandi palcoscenici internazionali e il giorno dopo era, con grande umiltà, in Sezione a dare supporto ai ragazzi dell’OTS.
Ciao Angelo, come prima domanda volevo chiederti come ti sei avvicinato all’arbitraggio?
Sono sempre stato un appassionato di calcio, volevo far parte di questo mondo ma non mi interessava fare il calciatore, cercavo una prospettiva diversa e l’occasione me l’ha data proprio l’arbitraggio. Nel 1995 mi sono iscritto al corso arbitri.
Poi è arrivata la scelta di passare al Futsal.
Luciano Piloni mi aveva proposto per alcune gare di calcio a 5.
All’epoca si arbitrava da subito in coppia, ho avuto la fortuna di incontrare arbitri che hanno fatto un bel percorso nel calcio a 5 e da lì mi è venuta voglia di chiedere all’allora Presidente regionale Gilberto Sacchi di essere inserito nell’organico.
Con il tempo sono arrivati grandi risultati a livello nazionale: 9 gare nelle finali scudetto di Serie A, 5 finali di Coppa Italia di Serie A; mentre in campo internazionale: la partecipazione alla FIFA World Cup, le final four Uefa Futsal Champions League… i numeri di una carriera AT THE TOP.
La chiave di tutto è stata la passione, io ho sempre creduto in quello che ho fatto nonostante i tanti errori commessi, specie agli inizi. Ma giorno dopo giorno ho capito che gli obiettivi che mi ero prefissato erano raggiungibili.
La mia fortuna è stata poi quella di aver incontrato dei dirigenti che hanno creduto in me.
Un bravo dirigente cerca sempre di dare linfa affinché i ragazzi possano realizzare i propri sogni e raggiungere gli obiettivi prefissati.
Siamo abituati a vedere l’arbitro da solo o comunque fare squadra con un numero esiguo di colleghi, in realtà ogni arbitro sa che fa parte di un’Associazione.
Il segreto per andare avanti è la conoscenza del regolamento, di sé, dei propri limiti e da qui lavorare per migliorarsi. La crescita avviene però tramite il confronto e questo lo si ha con i colleghi della sezione, della regione, della Commissione.
Questo mi ha permesso di partecipare alle grandi manifestazioni e di dirigere tante gare importanti in 18 anni da nazionale e in 10 da internazionale.
Recentemente sei stato nominato osservatore UEFA.
Nella nostra Associazione bisogna mettersi sempre a disposizione, nel 2021 sono stato nominato responsabile della CAN 5 Élite, ora osservatore UEFA. Tutto questo mi riempie di orgoglio e mi carica di responsabilità, significa infatti che ci sono persone che credono in me.
Dal 2021 sei il Responsabile della CAN 5 Élite.
All’inizio non è stato facile diventare il responsabile di colleghi con i quali fino alla stagione precedente scendevo in campo; si parla di resilienza e capire il ruolo.
Quando condividi un’esperienza forte come quella di stare in una Commissione Nazionale nascono delle amicizie che durano ancora oggi. Inevitabilmente però il cambio di ruolo impone dei paletti, il rispetto è la parola fondamentale per la riuscita dei ruoli. Devo dire che nessuno è andato oltre al ruolo istituzionale.
L’arbitraggio ti esorta ad assumerti delle responsabilità ed a metterti in gioco, tu sei stato componente del Consiglio dei Revisori e del Consiglio Direttivo Sezionale; in particolare dal 2016 al 2021 sei stato Presidente di Sezione, cosa ti ha spinto a candidarti per questi ruoli di responsabilità, come ti hanno cambiato e cosa ti hanno lasciato queste esperienze?
Il senso di un’associazione, in particolare della Nostra, è lo spirito di condivisione, di dare qualcosa agli altri, ognuno deve essere messo nelle condizioni di poter arrivare dove sogna.
L’arbitraggio è un formatore, ti lascia un segno positivo nella tua vita, a prescindere dagli anni di tessera.
In ognuno di noi c’è un miglioramento che deriva dall’arbitraggio, è un qualcosa che ci dona e ci rimane.
Nei miei 28 anni di tessera ci sono stati tanti momenti più e meno felici. Essere stato eletto, per due volte Presidente di una Sezione storica come quella di Ancona è per me una grande gioia e voglio ricordare tutti i miei associati, i dirigenti che mi hanno aiutato a crescere e tutti coloro che mi hanno dato qualcosa per il mio percorso arbitrale.
Una gara che ti ricordi più di altre?
Ogni gara mi ha lasciato qualcosa. L’arbitraggio è un percorso e il mio consiglio è quello di godersi ogni momento: l’allenamento, la designazione, la RTO, i momenti importanti in sezione e le visionature, ogni gara lascia qualcosa di positivo.
Capire qual è la gara più bella è difficile, poiché tutte mi hanno insegnato qualcosa che porto nel cuore.
Da qualche anno il mondo del calcio sta cercando di aprire gli occhi, e si sta rendendo conto che c’è posto per tutti. Ha fatto notizia la finale di Uefa Supercup arbitrata da Stefanie Frappart, è stata al centro dell’attenzione Maria Sole Ferrieri Caputi al suo debutto in Serie A.
Nella Can 5 Élite ci sono 5 donne su 55 (9%).
Soprattutto a livello internazionale l’AIA ha una grande stella che è Chiara Perona e dal 2023 nelle liste internazionali figura anche il nome di Martina Piccolo.
Le donne che ci rappresentano, nel Futsal e non solo, lo fanno con grande merito perché si allenano, studiano, sono motivate, si pongono un obiettivo e lo raggiungono, difatti ottengono ottimi risultati.
Le cose stanno cambiando, il numero di ragazze che si approccia all’arbitraggio sta aumentando.
Grandi meriti vanno riconosciuti a Katia Senesi, all’ottimo lavoro che sta facendo per la crescita delle ragazze.
Nel futsal, a livello nazionale, le donne arbitrano partite molto importanti ed è un bel traino per tutto il movimento.
Matteo Varagona