Il benemerito di oggi ha 58 anni di tessera, è stato componente CRA e osservatore nella CAN 5. Ecco Luciano Piloni!
Come ti sei avvicinato all’arbitraggio?
Ho iniziato a fare l’arbitro perché ero incuriosito, nel periodo in cui mi sono iscritto c’era mio padre che era ancora in attività. Non c’è stata alcuna imposizione, ma era uno stimolo in più per fare bene e scalare le categorie. Sono arrivato come arbitro sino alla Promozione e poi per 2 anni in Serie D da assistente. Fuori dagli impianti di gioco ero nella Polizia Municipale, una vita in divisa con il fischietto in bocca!
Com’è la CAN 5?
L’avventura nazionale è stata molto bella, mi ha permesso di girare l’Italia e vedere grandi arbitri. Nonostante ne abbia visti a migliaia ancora mi ricordo trasferte particolari, come quella a Palermo o quella a L’Aquila in cui il campo era all’aperto e ai bordi delle strade c’era la neve.
Oggi si parla tanto delle donne, io ricordo con piacere che nel CRA Marche abbiamo lanciato Sonia Bolognesi che oggi è in organico CAN 5.
Alla fine ho dovuto scegliere se rimanere alla CAN 5 come osservatore o essere componente CRA.
La scelta è andata verso la tua regione. Tra i tanti arbitri che hai visto ti dice niente il nome Angelo Galante?
Ho seguito Angelo sin dall’inizio, il primo anno che lo volevano proporre mi sono opposto perché doveva ancora maturare. E’ stato proposto l’anno successivo ed il resto è storia. Ho ancora i referti delle sue gare. Sono contento che sia riuscito a raggiungere importanti traguardi internazionali all’interno dei palazzetti come arbitro in campo e che ora come dirigente sia responsabile della CAN 5 élite!
La bellezza di essere arbitro?
Mi piace stare in mezzo ai giovani. Fino a 2 anni fa, grazie alla deroga concessami dal Presidente Nazionale, ero osservatore a livello regionale. L’arbitraggio mi ha permesso di togliermi tante soddisfazioni.
Un consiglio per i nostri arbitri?
La preparazione atletica è importantissima, bisogna essere delle persone serie in campo e fuori, non devono poi mancare la motivazione e la volontà di arrivare. Queste secondo me sono le principali prerogative che un arbitro deve avere.
Dall’alto della tua esperienza, consiglieresti ad un giovane di iniziare il corso arbitri?
Sono contento che con l’ultimo corso più di 30 ragazzi (tra cui diverse ragazze) abbiano deciso di intraprendere questa esperienza.
Chi si tessera viene a fare sport gratuitamente e si inserisce in un contesto serio e sano dove impara a comportarsi.
Matteo Varagona